Forse ci hai giocato tu, forse ci giocano i tuoi amici, o forse lo hai comprato a tuo figlio. In ogni caso, è quasi impossibile non averne sentito parlare. Di cosa stiamo parlando? Di Minecraft!
Minecraft è forse uno dei videogiochi di maggior successo di tutti i tempi. Lanciato in anteprima a novembre 2011, è diventato in poco tempo popolarissimo in tutto il mondo. Dopo più di 10 anni e diversi premi vinti alle spalle, è ancora il videogioco più venduto di sempre.
Ma cosa c’entra un sandbox game low-budget, un videogioco da nerd, con il vangelo e la fede cristiana? Molto più di quanto si pensi, in realtà. Forse la maggior parte di quelli che ci giocano non lo sa, ma Minecraft parla di questo mondo, di noi e del motivo per cui esistiamo. Esattamente come il messaggio cristiano. Entrambi parlano del senso della nostra vita, entrambi ci chiedono qual è lo scopo del gioco. Ma le risposte che Minecraft e il messaggio cristiano danno a questa domanda sono molto diverse.
Il mondo fatto di cubi
Il gameplay (cioè, l’esperienza di gioco) di Minecraft è insolito, ma semplice. In principio, c’è un personaggio virtuale e un mondo tridimensionale composto da centinaia di migliaia di blocchi cubici, che riproduce un pianeta in moltissimi aspetti simile alla Terra. Un mondo fatto di cubi, in cui ci sono fiumi, montagne, mari, e una grande varietà di creature e biomi. La particolarità del gioco è che tutti i blocchi presenti nel gioco sono rimovibili e riutilizzabili da parte del giocatore. È possibile tagliare alberi e costruire ponti, raccogliere ferro e forgiare armature. Si può combattere e commerciare. E si può morire (ma, di solito, anche rinascere).
Di fronte a un panorama del genere, molte persone solitamente chiedono: Sì, ma qual è lo scopo del gioco? Bella domanda. Resteremo sorpresi dal sapere che ci furono due persone che probabilmente si chiesero la stessa cosa, molto tempo fa, di fronte a un mondo altrettanto vasto e pieno di possibilità.
Il mondo fatto di atomi
Il libro della Genesi inizia con un’affermazione piuttosto audace: “In principio, Dio creò i cieli e la terra”. Con la stessa facilità con cui vediamo generarsi davanti ai nostri occhi migliaia di cubi colorati, Dio portò all’esistenza le foreste, i fondali marini e le catene montuose. Nel videogioco è un algoritmo a “creare” i panorami suggestivi degli ultimi aggiornamenti della Mojang (la casa produttrice del gioco), ma all’inizio della storia, all’inizio di questo mondo, il mondo fatto di atomi, c’è il volere e la potenza del Creatore. L’ultima cosa che compare nella creazione è l’essere umano: Adamo ed Eva sono la ciliegina sulla torta nel progetto di Dio.
Così, due esseri umani si ritrovano davanti un mondo nuovo, dalle mille possibilità, interamente a loro disposizione. Ed ecco che sorge la stessa domanda che si pone il giocatore di Minecraft: Qual è lo scopo del gioco? Cosa ci facciamo qui?
Giocare senza le istruzioni
In Minecraft, il giocatore non ha un mandato preciso. Il giocatore (o la giocatrice) si ritrova all’interno di un mondo sconfinato, molto spesso ostile, con nient’altro che il proprio ingegno. Ciò che dovrà sicuramente fare, come suggerisce il nome del gioco, è procurarsi risorse (“mining”) e produrre oggetti (“crafting”). Ma questo solo come mezzo. Dato che non ci sono veri traguardi prefissati, né una storyline definita, sarà il giocatore stesso a decidere come usare le risorse ottenute. In altre parole, è il giocatore a decidere lo scopo del gioco.
Un mondo sconfinato, in cui si è soli con se stessi e la propria creatività. Suona familiare? In effetti, questo è il nostro mondo secondo molti scrittori e artisti del Novecento. Questo è il nostro mondo… anche secondo Minecraft? Sembra di sì. In un mondo vuoto e ostile, è il giocatore a decidere lo scopo del gioco. In un mondo bellissimo e al contempo spaventoso, è l’uomo a scegliere il proprio destino. L’uomo deve giocare, ma senza le istruzioni. L’essere umano si trova nella condizione paradossale di andare senza essere mandato, di diventare protagonista di una storia che deve scriversi da solo.
Lo scopo del gioco secondo Minecraft
Il messaggio che proviene dal gioco è chiaro. Il mondo è grande e a tua disposizione, ma nessuno ti dirà cosa farne: questa storia la devi scrivere tu. Minecraft annuncia una vera liberazione all’essere umano oppresso dalle “metanarrazioni” imposte dall’esterno. Minecraft promette felicità, una felicità derivante da libertà e indipendenza totale. E Minecraft, sottilmente, chiama a fare di questo mondo vuoto il proprio tempio. È una chiamata quasi impercettibile, ma c’è. Il giocatore si trova davanti a un mondo sconfinato e vuoto, privo di altri esseri senzienti oltre al protagonista, e, senza che se ne renda conto, si sentirà chiamato a riempire questo mondo grande e incontaminato. Ma cosa userà per riempire un mondo vuoto? Userà l’unica cosa di valore che sente di avere a disposizione: se stesso. Ecco il senso della vita, lo scopo del gioco secondo Minecraft: fare di questo mondo vuoto il proprio tempio, trasformare il mondo a propria immagine e somiglianza. Il gioco dice: Andate, e rendete il mondo più simile a voi stessi.
Lo scopo del gioco nella Genesi
La Bibbia ci dà qualcosa di meglio. Il libro della Genesi annuncia l’esistenza di un Dio appassionato di handcrafting, un Dio che ama passare il tempo a progettare e assemblare per poi ammirare la propria opera e sussurrare: “Questa mi è venuta bene” (Ge 1:31). La Genesi promette che questo Dio benedirà le sue creature, e provvederà ai loro bisogni (Ge 1:28-29). E Dio nella Genesi chiama l’essere umano a riempire la terra: “Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra e rendetevela soggetta” (Ge 1:28). La sorpresa, però, è che Dio rivolge questa chiamata ai suoi rappresentanti sulla Terra, le creature che a differenza delle altre sono create a sua immagine e somiglianza (Ge 1:26-27). L’essere umano è chiamato a trasformare il mondo a immagine e somiglianza di Dio! Il senso della vita e lo scopo del gioco per i portatori dell’immagine di Dio sarà sempre riempire il mondo di ciò che hanno di più prezioso: l’immagine di Dio stesso. La felicità promessa dalla Genesi potrà venire solamente da una vita dedicata a fare di questo mondo il tempio di Dio.
“Craftare” un mondo nuovo
Qual è lo scopo del gioco, qual è il senso della vita? Le due risposte che Minecraft e la Genesi danno a questa grande domanda sono molto diverse. E anche le vite di quelli che fanno dell’una o dell’altra risposta la propria convinzione più profonda sono molto diverse. Rendere questo mondo il proprio tempio o il tempio di Dio fa molta differenza – in effetti, fa tutta la differenza del mondo. La speranza dei cristiani è che il mondo creato da Dio, grazie alla croce e alla resurrezione di Gesù Cristo, sarà presto trasformato a immagine e somiglianza di Dio. Il loro Grande Mandato è quello di contribuire a questa ristrutturazione cosmica, tramite le parole e i gesti che Gesù ha insegnato loro (Mat 28:19-20). E si può dire davvero che non ci sia gioia più grande che unirsi al “gioco” del vangelo, per craftare, insieme a Cristo, un mondo nuovo.
GN